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Dall’Europa una
spinta all’industria
dei cavi
Il piano della Commissione di liberare €315 miliardi
di investimenti in infrastrutture può combinarsi
in positive con l’azione della Bce e con il dollaro forte.
Sono sempre più numerosi gli esperti e
gli osservatori che vedono il 2015 come
un anno positivo per l’industria europea
dei cavi, attesa in ripresa progressiva
soprattutto nei segmenti a più alto valore
aggiunto delle telecomunicazioni e delle
connessioni sottomarine. Dietro queste
aspettative ci sono fattori generali, come
il quantitative easing (QE) lanciato a metà
marzo dalla Banca Centrale Europea,
che
dovrebbe
sostenere
l’economia
migliorando le condizioni del credito
e
rendendo
allo
stesso
tempo
più
competitivi i beni capitali europei, come i
cavi appunto, grazie al collegato e costante
deprezzamento dell’Euro.
GLOBAL SCENARIO
Nel 2015 l’industria europea dei cavi
potrebbe ricevere una spinta aggiuntiva
dal piano Juncker, dal nome dell’ex premier
lussemburghese da novembre alla guida
della Commissione Europea, con la sua idea
di dar vita all’European Fund for Strategic
Investments (EFSI). Juncker crede che il
fondo possa liberare fino a €315 miliardi, in
gran parte provenienti dal settore privato,
che potrebbero incrementare occupazione
e crescita con nuovi investimenti in trasporti,
energia e information technology. Il piano
mira a mettere insieme un fondo iniziale di
€21 miliardi tra finanziamenti disponibili a
livello di Commissione e risorse della Banca
Europea di Investimento, che potrebbero
far leva con un fattore di 15 grazie a un mix
di contributi degli stati membri, emissioni di
bond e debito bancario privato. La liquidità
risultante verrebbe investita in nuove opere
viarie, porti, impianti energetici, tecnologia
verde e progetti IT, molti dei quali erano
stati sospesi a causa della crisi economica.
Nuovi progetti per
trasporti, energia e IT